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Quinto centenario della Morte di San Francesco di Paola

LA MORTE: 2 APRILE 1507
La morte arrivò, certamente attesa da tempo. Fu un’eccezione in quel tempo una vita così lunga: novantuno anni. Quando giunse, egli era nel pieno delle sue forze mentali e fisiche, anche se, quest’ultime, erano quelle di un vecchio.

Alla guida dell’Ordine fino alla fine
Egli era più che mai impegnato nella guida dell’Ordine: aveva da poco ottenuto l’approvazione della IV Regola, e stava preparando il Capitolo Generale per il dicembre del 1507: sarebbe stato importante perché dovevano risolversi i problemi relativi all’accettazione da parte di tutti della IV Regola. Egli sapeva che su questo punto esistevano tensioni tra i suoi frati. C’erano inoltre le recenti fondazioni, ultima quella del convento di Bomiers, a renderlo particolarmente impegnato. Egli riusciva a tenere saldamente in mano l’Ordine, cercando in tutti modi, soprattutto parlando ripetutamente ai” frati, di essere fedele al genere di vita che aveva proposto nella Regola. E tutto questo lo faceva nel pieno possesso delle sue forze fisiche e mentali. La malattia lo colse la domenica delle palme, il 28 marzo 1507, con una febbre insistente, che si andò aggravando durante la settimana santa, da non impedirgli, però, di recarsi da solo in chiesa il giovedì per ascoltare la Messa “in Caena Domini ‘ e ricevere la comunione tra le lacrime. Si ritirò in camera, dove, il venerdì mattina, convocò tutti i religiosi del convento, come era solito fare alla vigilia dei giorni di festa. Li esortò ad osservare la Regola, alla carità scambievole e soprattutto all’ osservanza del voto di vita quaresimale.

La fedeltà possibile alla forma di vita proposta nella Regola
Mentre parlava, però, il supporto ove poggiava il braciere arroventato prese fuoco. Mentre si correva di qua e di là per evitare l’incendio e trovare un altro supporto, Francesco prese il braciere tra le mani e disse: «Come io posso tenere in mano questo braciere senza bruciarmi, così voi potrete osservare quello che vi propongo nella Regola, se amate veramente Dio». Poi, dopo aver designato il suo successore nel governo dell’Ordine, si fece leggere la passione del Signore secondo san Giovanni, si asperse più volte con l’acqua benedetta, guardando ripetutamente verso il crocifisso. Poco prima di spirare pronunciò l’ultima preghiera: «O Signore Gesù Cristo, buon pastore delle anime nostre, conserva i giusti, converti i peccatori, porta in cielo le anime dei defunti sii propizio a me miserabilissimo peccatore». E così spirò. Erano circa le dieci del mattino del 2 aprile del 1507.
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