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  PEREGRINATIODALLA NASCITA DI SAN FRANCESCO ALLA SCELTA DELLA VITA EREMITICAFrancesco Martolilla nasce a Paola il 27 marzo 1416 da Giacomo e Vienna, una coppia di contadini proprietari di alcuni appezzamenti di terreni, che coltivavano direttamente. Il cognome del grande Taumaturgo calabrese è Martolilla e non D’Alessio, come si è sempre detto. E’ quanto emerge dal libro II carisma penitenziale di S. Francesco di Paola e dell’Ordine dei Minimi. Storia e spi­ritualità, di Giuseppe Fiorini Morosini, edito a Roma dalla Curia Generalizia dell’Ordine dei Minimi nel 2000, nel quale, esattamente alle pp.16-17, alla nota 52, viene illustrata l’importante questione. Ecco ciò che riporta il testo: “A richiamare recentemente l’attenzione su questo fatto è stato R. Benvenuto, in riferimento ad un atto notarile rinvenuto nell’archivio del Santuario di Paola, ove si dice che il notaio Andrea Marchese di Paola ha rogato un atto in Paola il 29 ottobre 1503, per il quale Brigida di Martolilla, figlia della defunta Vienna, dona al convento di Paola la quarta parte di un possedimento ubicato tra Torano e Lattarico. Di questo atto parla G. Perrimezzi (Vita S. Francisci de Paula notis et dissertationibus illustrata, Roma 1707, vol. II, Diss, V, p. 98-99). La donatrice, sorella di S. Francesco, viene indicata con il cognome Martolilla. Ma anche nel Processo cosentino il riferimento al padre di S. Francesco viene fatto riportando il cognome Martolilla. Infatti la domanda n. 2, riferita al padre di S. Francesco, dice: In che modo nella predetta terra di Paola nacque Giacomo Martolilla, padre di fr. Francesco (CPC, f. 2A, p. 11). Lo stesso dicasi del teste6 (CPC, t. 6, f. 10A, p. 41). Tale cognome non era sconosciuto ai biografi, ma veniva ritenuto come un soprannome per distinguere il padre di S. Francesco da un altro parente. Martolilla sarebbe stata una trasformazione di Bartolillo, cioè figlio di Bartolo. Non si sa come mai a S. Francesco sia stato attribuito il cognome D’Alessio, che appartiene, invece, al marito della sorella Brigida, il cui figlio, Andrea D’Alessio, venne chiamato in Francia al servizio del re….”. Riportiamo anche il passo della Bolla di Canonizzazione di San Francesco di Paola, nel quale suo padre viene riportato con il cognome Martolilla: “…Constat siquidem in Regno Neapolitan(o), inter Brutios et Lucanos, Paule oppidum situm esse quod itìnere unius aiti a Cusentia, illius provincie metropoli, distati inde originem traxit Iacobus Martolilla, illi proximum est castrum Folschaud, ubi nata est Vienna;… .Ex hoc matrimonio beatus Franciscus de Paula procreatur,… Consta infatti che nel regno Napoletano, fra i Calabresi, vi sia una città chiamata Paola che dista da Cosenza per il cammino di un giorno; ivi ebbe i natali Giacomo Martolilla, non meno distante da Paola trovasi Fuscaldo, ove nacque Vienna. Dal matrimonio di Giacomo e di Vienna nacque Francesco”. Nato per graziaLa sua nascita è attribuita ad una grazia particolare di Dio, chiesta per intercessione di san Francesco d’Assisi, verso il quale i religiosissimi genitori avevano molta devozione. La gioia della nascita è segnata subito dal dolore, perché il piccolo si ammala gravemente ad un occhio, tanto che rischia addirittura la vita. I genitori si rivolgono di nuovo al Santo d’Assisi, chiedendo un altro intervento miracoloso e promettendo di inviare il piccolo come oblato in un convento francescano, una volta raggiunta l’età richiesta. Anche in questa occasione la loro preghiera è esaudita. L’educazione del piccolo Francesco avviene nel contesto di una religiosità popolare vissuta intensamente dai genitori. Sono essi a curarne l’educazione religiosa, soprattutto con l’esempio di una vita cristiana irreprensibile, segnata da rigorose penitenze, tra le quali l’osservanza per tutto l’anno del rigoroso regime ascetico della quaresima. Certamente il piccolo ha avuto la possibilità di una formazione culturale, anche se bisogna escludere una educazione sistematica in tal senso.
L’ingresso nel convento dei frati conventualiOrmai adolescente, egli si reca a San Marco Argentano, nel convento dei frati conventuali per l’adempimento del voto fatto dai genitori. E stato per Francesco un anno importante e decisivo per la scelta futura di vita, l’esempio dei buoni frati lo ha fatto crescere in quella pietà religiosa che gli avevano insegnato già i suoi genitori. Egli da i primi segni della sua santità: è molto pio e diligente, prega molto, anche di notte, è servizievole, accettando di compiere i servizi umili della casa. Forse perché educato così dai genitori, a differenza dei frati, egli pratica l’astinenza quaresimale, non mangiando carne e i derivati da essa.E importante questa scelta ascetica per il futuro sviluppo della sua vita. Infatti, terminato l’anno votivo, nonostante i frati gli chiedessero di rimanere con loro come religioso, egli, che pur desiderava ardentemente dedicarsi al servizio del Signore, non accetta la proposta, indotto forse dal desiderio di una penitenza radicale, non riscontrata nei frati, i quali non praticavano come lui e i suoi genitori la vita quaresimale.Il pellegrinaggio ad Assisi e la scelta della vita eremiticaChiama il padre e la madre e chiede che lo accompagnino in un pellegrinaggio ad Assisi. Fu un’esperienza religiosa decisiva per la sua vita. Oltre a soddisfare la devozione al santo patrono del quale portava il nome, il viaggio divenne una vera ricerca vocazionale e fu determinante, ai fini della futura scelta di vita, la visita ad alcuni romitori, incontrati lungo la strada percorsa, e il colloquio avuto con gli eremiti che lì vivevano.Quando ritornò a Paola, egli scelse di ritirarsi a vita eremitica in un podere messo a disposizione dagli stessi genitori e da alcuni parenti. Tutto questo avveniva quando Francesco aveva raggiunto l’età di circa sedici anni.

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